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Firenze, Villa e Giardino Bardini
Durante il nostro weekend visiteremo il sabato, all’arrivo, un museo unico nel suo genere in Italia: l’”Opificio delle pietre dure”, nato dalla fusione di due realtà diverse per storia, ma, nel tempo, divenute affini per scopi e finalità: la prima che risale direttamente ad una delle antiche manifatture artigianali e artistiche di epoca granducale a Firenze, istituito nel 1588 nell'ex-convento di San Niccolò dal granduca Ferdinando I de' Medici come manifattura di opere in pietre dure, la cosiddetta arte del "commesso fiorentino", con la quale si realizzano tuttora splendidi intarsi con pietre semipreziose, la seconda risale infatti al 1932 quando presso la Soprintendenza delle Belle Arti di Firenze, fondò il primo laboratorio di restauro moderno d'Italia. La domenica, raggiungeremo il Giardino Bardini, con una passeggiata a piedi nel centro della città. La storia di questo giardino è quella di una parte di Firenze: quattro ettari di bosco, giardino e orto frutteto a contatto con le mura medievali della città, tra Costa San Giorgio e Borgo San Niccolò. La prima fase storica dell’area verde Bardini risale all’età medievale e vede protagonista la ricchissima famiglia Mozzi la quale, già nel Duecento, era proprietaria di numerose case e terreni tra cui la cosiddetta “collina di Montecuccoli”, dove si estende attualmente il Giardino. Nel 1965, con la morte del figlio di Stefano Bardini, Ugo, ha inizio un lungo e complicato iter burocratico sull’eredità, conclusosi solo nel 2000 con l’interessamento dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, attraverso la Fondazione Parchi Monumentali Bardini-Peyron, che gestisce attualmente la proprietà. Oggi il Giardino Bardini, dopo quasi cinque anni di minuzioso restauro, ha riaperto finalmente i suoi cancelli, riportando alla luce un importante percorso storico che ritrae l’interessante complesso nelle fasi e nelle trasformazioni subite nel tempo. La Villa fu costruita nel 1641 su di una preesistenza di impianto medievale dall’architetto Gherardo Silvani da cui il nome di Villa Manadora. A Firenze è nota col nome di Belvedere, data la sua posizione dominante sulla città.
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